IL “PODERE LA QUERCIOLA”, UN’OASI NEL CUORE DELL’AREA METROPOLITANA DI FIRENZE
Se penso alla fotografia naturalistica la prima cosa che mi viene in mente è proprio il Parco della Piana di Sesto Fiorentino (Provincia di Firenze, Toscana), forse perché è li che ho iniziato a fare i primi passi nella fotografia o perché una gran parte dei miei scatti sono stati fatti proprio in quel posto. Il Parco della Piana di Sesto Fiorentino chiamato anche Oasi della Querciola è un piccolo paradiso verde in un area fortemente antropizzata come è appunto tutta la piana Fiorentina, un fiore cresciuto fra l’asfalto.
All’interno del Parco della Piana di Sesto Fiorentino vi troviamo due laghi di interesse naturalistico: il Lago della Querciola e il lago dei Cavalieri nei quali si possono osservare innumerevoli specie di avifauna. Sotto l’aspetto fotografico si riescono a fare ottimi scatti viste le ridotte dimensioni dei laghi e alla posizione strategica dei capanni; vi sarà possibile infatti osservare un Cavaliere d’Italia con la sua nidiata a pochi metri senza che possiate arrecargli disturbo oppure un ardeide che pesca proprio davanti a voi e così via… insomma situazioni che difficilmente si possono riproporre in altri posti.
Altri capanni offerti dal Parco della Piana di Sesto Fiorentino che non si può far meno di visitare sono i capanni adibiti ai passeriformi. Sono attivi, per la maggiore, nel periodo invernale e ospitano diverse specie di passeracei fra cui: Verdoni, Frosoni, Peppole, Fringuelli e Lucherini che vengono a rifocillarsi alle mangiatoie. Questi capanni sono ottimi anche per chi ha ottiche relativamente corte o per chi vuole avvicinarsi alla fotografia naturalistica, visto che si possono realizzare degli ottimi scatti anche con un 300 mm.
Un altro lago che fa sempre parte del Parco anche se situato a qualche chilometro di distanza è Il lago di Peretola (zona Aeroporto), confinante proprio con la pista di atterraggio. Era in passato un lago di caccia, ma ad oggi la gestione è passata a Legambiente (l’ente che gestisce il Parco della Piana di Sesto Fiorentino). In alcuni periodi dell’anno vi si possono osservare anche i fenicotteri oltre tante altre specie di volatili.
L’oasi offre inoltre innumerevoli spunti anche per la fotografia macro: nel periodo primaverile il parco e i campi limitrofi si popolano di insetti e la ricca flora assume i suoi colori più belli, quindi anche per gli amanti di questo genere non mancano affatto le opportunità.
Per quanto riguarda l’accesso nei giorni lavorativi, il Parco della Piana di Sesto Fiorentino è riservato ai soli soci muniti di chiavi oppure contattando Simone Guidotti (colui che gestisce il parco). Nei week end e festivi l’entrata è libera con orario continuato fino al tramonto.
Consiglio vivamente quest’oasi a tutti gli appassionati ma soprattutto a chi volesse muovere i primi passi verso la fotografia naturalistica.
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sempre alla ricerca di nuove emozioni
Il PONTE DEL DIAVOLO (https://www.firenzetoday.it/cronaca/ponte-diavolo-lucca.html)
Il ponte del Diavolo fu costruito per collegare le due sponde del fiume Serchio. Su questa opera, mirabile per la sua architettura e che da sempre ha destato meraviglia, non sono state trovate fino ad oggi notizie certe sull’anno della sua costruzione.Esistono leggende, tradizione popolare e solo qualche notizia veramente documentata. Lo scrittore Nicola Tergimi afferma che il Ponte fu fatto costruire dalla Contessa Matilde e Castruccio poi lo fece riparare a sue spese definendolo Ponte di Chifenti. Nel 1500 prende il nome di Ponte della Maddalena dall’Oratorio che si trovava ai piedi del ponte sulla sponda destra. Negli anni cinquanta fu eseguito lo sbarramento del Serchio e l’aumento del livello delle acque, oltre a minare i suoi piloni, gli ha tolto il meraviglioso slancio verso il cielo. La Leggenda racconta che nell’anno 1224 , in una gelida sera di fine inverno Mastro Aldebrandino osservava mestamente quanto restava del ponte spazzato via dalle acque, qualche giorno prima. Il buio calava rapidamente sulla valle e l’Ufficiale voltate le spalle al fiume per dirigersi al vicino “Ospitale” dove avrebbe trascorso la notte, bofonchiò tra i denti”…per averla vinta su questo dannato fiume bisognerebbe costruire un arco talmente alto da volerci l’aiuto del Diavolo”. Dovete sapere che, a quel tempo, i Demoni non si presentavano sotto false spoglie, ma apparivano tali e quali come erano, con le corna e tutto il resto. E fu così che Lui, Satana in persona, si presentò subito a Mastro Aldebrandino, proponendogli il suo patto. Il Diavolo, gli avrebbe fatto trovare la mattina dopo il ponte bello e fatto, e tale che sarebbe durato per secoli, a patto che il primo essere vivente che vi sarebbe passato sopra sarebbe stato suo. Aldebrandino accettò e suggellò il patto con una bella stretta di mano. Il mattino seguente, dopo una notte insonne tempestata da lampi e saette, Aldebrandino, ansioso, si affacciò alla finestra e ….vide il Ponte, bello, maestoso, con l’arcata centrale che toccava il cielo. Prese subito una decisione: si sarebbe sacrificato lui e sarebbe passato per primo sopra il ponte. Quando, appena in strada, ecco venirgli incontro un cane randagio e improvvisamente!!…. Ecco la soluzione !!… Prese un tozzo di pane e, fattolo annusare all’ignaro cane, lo lanciò al di là dell’arcata, una nube sulfurea lo avvolse tutto e, accompagnata da un urlo agghiacciante, si dissolse nel nulla.
COREGLIA ANTELMINELLI
Il borgo di Coreglia Antelminelli nacque durante l’Alto Medioevo, quando fu edificato il castello e, intorno ad esso, si sviluppò una piccola comunità. Il castello fu prima feudo dei Rolandinghi signori di Loppia, quindi sentinella avanzata della Repubblica lucchese. Nel 1316 divenne possedimento di Castruccio Castracani, grande capitano lucchese e capo ghibellino divenuto, in quello stesso anno, signore di Lucca. Nel 1341, Coreglia cade in mano ai Fiorentini, ai quali la ritoglie Francesco Castracani degli Antelminelli nel 1352. Sotto Francesco Castracani il paese raggiunse il suo massimo splendore. Francesco Castracani ingrandì probabilmente la chiesa, dotandola di insigni opere d’arte, e si fregiò del nome di Conte di Coreglia nel 1355. Dopo il 1369 la sede dell’antica vicaria passò da Coreglia a Borgo a Mozzano. Nella prima metà del secolo, durante gli attacchi condotti contro le vicine località dai Fiorentini e dai loro alleati, rimase sempre fedele a Lucca. Tale fedeltà venne premiata dalla Repubblica nel 1562 con la costruzione del Commissariato di Coreglia che in pratica diede vita all’entità comunale tuttora esistente. Il nome Coreglia Antelminelli deriva dal nome proprio di persona latino Corelius cui fu aggiunta, nel 1862 con decreto ministeriale, la specificazione “Antelminelli”, a ricordo degli Antelminelli che in questo territorio, nel Medioevo, furono prima vicari poi conti. Patria dei primi “figuristi” che diffusero nel mondo l’arte del gesso, ebbe nel secolo scorso figli che generosamente parteciparono alla campagne del Risorgimento, o che si distinsero per le loro capacità artistiche o le loro qualità di scienziati. - https://www.toscana.info/lucca/provincia/coreglia-antelminelli/
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